Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 02 aprile 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Nel disturbo bipolare nuovi elementi sull’endofenotipo cognitivo suggeriscono un nuovo approccio psichiatrico. Per superare i limiti dei precedenti studi su gemelli e definire con buona approssimazione un endofenotipo cognitivo del disturbo bipolare, Anna Georgiades e colleghi hanno impiegato una nuova procedura per applicare le tecniche più avanzate al fine di creare modelli genetici, su 331 gemelli e fratelli non geminali. È emerso che la working memory spaziale ed episodica verbale, alle quali si è data finora importanza cruciale, colgono solo una frazione modesta della diatesi bipolare, mentre stime dell’intelligenza e dell’apprendimento visuo-spaziale sembrano cogliere i sostrati genetici della sintomatologia non affettiva e, più in generale, dello stato cognitivo endofenotipico del disturbo bipolare. Questi risultati sono anche rilevanti per l’approccio psichiatrico, ancora troppo spesso focalizzato quasi esclusivamente sulle componenti affettive del disturbo [British Journal of Psychiatry March 17, 2016].

 

Scoperto con il raffreddamento dell’area di Broca un nuovo elemento di fisiologia del linguaggio. Long e colleghi, impiegando una nuova tecnica di raffreddamento corticale intraoperatorio, hanno dimostrato che raffreddando l’area motoria del linguaggio di Broca (area 44 di Brodmann) si produce un’alterazione della temporizzazione della parola, cioè dell’esecuzione verbale, ma non si altera la qualità dell’eloquio. [Cfr. Neuron Mar 16, 89 (6): 1123-1125, 2016]

 

L’assunzione di posture che mettono in mostra il corpo accresce la probabilità di essere scelti come partner. Un set di studi eseguiti da ricercatori e ricercatrici facenti capo alle Università di Berkeley, Stanford ed Austin ha valutato se la postural expansiveness, intesa come atteggiamento di “espansione del corpo nello spazio fisico circostante” accresca la capacità di attrazione nel contesto umano. I risultati indicano che, nelle circostanze di appuntamenti fra conoscenti di sesso opposto ed approcci quali quelli che si verificano oggigiorno nella realtà quotidiana, le posture che comportano l’espansione del corpo, esprimendo tanto “dominanza non verbale” quanto disponibilità ed apertura verso gli altri, accrescono notevolmente l’effetto di attrazione e la probabilità di essere scelto come partner. [PNAS USA doi:10.1073/pnas.1508932113, 2016].

 

Una famiglia di canali del potassio (K+) altamente regolata è prodotta dalla eterodimerizzazione della subfamiglia TREK. Il tono inibitorio basale che regola il potenziale di riposo della membrana e l’eccitabilità dei neuroni è fornito dalla famiglia di canali del potassio K2P (two-pore domain K+). Studi fisiologici e biochimici hanno rilevato che particolari membri della famiglia possono eterodimerizzare, ma fino ad oggi non si era compreso molto della tendenza a formare eterodimeri, invece di omodimeri, e del significato funzionale dell’eterodimerizzazione. Ora, Joshua Levitz e colleghi, studiando TREK1, TREK2 E TRAAK, che formano la sub-famiglia K2P, hanno scoperto che gli eterodimeri combinano le proprietà funzionali dei loro costituenti secondo tre modalità di regolazione: 1) pH esterno; 2) pH interno; 3) fosfolipasi D2. Le proprietà di regolazione di questi eterodimeri forniscono elementi di conoscenza sui meccanismi intra- ed extra-cellulari dell’azione dei canali K2P. [PNAS USA doi:10.1073/pnas.1522459113, 2016].

 

Sapevate che deliri e allucinazioni delle psicosi schizofreniche sono in rapporto con claustro e insula (di Reil)? I cambiamenti nel volume della corteccia dell’insula di destra sono strettamente correlati con la gravità dei deliri di pazienti schizofrenici, secondo vari rilievi effettuati mediante metodiche di risonanza magnetica. Gli studi di Nicola Cascella e Akira Sawa della Johns Hopkins di Baltimore (Maryland, USA) sono stati i primi a documentare un rapporto fra la struttura del claustro e il delirio, un sintomo di importanza cruciale per la diagnosi dei disturbi psicotici. Gli autori hanno proposto un’interpretazione fondata su tesi della neurofisiologia classica. Jackson nel 1958 indicava il pensiero come il nostro atto motorio più complesso, che potrebbe impiegare i meccanismi di computazione ed integrazione cerebrale alla base della motricità volontaria. In particolare, sarebbero implicati meccanismi integrativi quali il CD-FF (corollary discharge e feed-forward) che preparano i sistemi neurali alle conseguenze delle azioni intenzionali (self-initiated): nei sistemi motori del pensiero agirebbero consentendo la distinzione cosciente tra eventi auto-prodotti ed eventi stimolati dall’esterno. La speculazione interpretativa dei due autori attinge anche ai risultati della celeberrima stimolazione corticale di persone vigili e collaboranti da parte di Penfield, che dimostrava la possibilità che una scarica corollaria o un meccanismo di feedback interno siano normalmente presenti nel pensiero cosciente. Nicola Cascella e Akira Sawa osservano che i pazienti schizofrenici spesso riportano percezioni sensoriali anomale, che potrebbero riflettere un disturbo della componente afferente del sistema neuronico CD-FF. Se il claustro agisce come un centro di integrazione cross-modale sintetizzando varie componenti dell’input sensoriale in una percezione unitaria, o interviene nella temporizzazione e nella coordinazione dell’attività corticale che alla fine genera l’esperienza percettiva, allora è possibile ipotizzare che il claustro sia implicato in meccanismi di CD-FF simili a quelli descritti nella funzione di talamo e nuclei della base (c.d. gangli basali). [Cfr. Cascella N. G., et al. The insula-claustrum region and delusions in schizophrenia. Schizophr. Res. 133 (1-3): 77-81, 2011; Cascella N. G. & Sawa A., The Claustrum in Schizophrenia, in The Claustrum (Smythies, Edelstein, Ramachandran, eds), pp. 237-243, Academic Press, San Diego 2014].

 

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BM&L-02 aprile 2016

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